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"Sovrana della spazialità intima del poeta, ogni parola si tinge sulla carta a volte con toni malinconici e nostalgici, altre volte con conquistata consapevolezza, ma ad accomunare le diverse vocazioni della parola è sempre il respiro che la genera, vale a dire un respiro che dilata l'orizzonte per accogliere l'incontro d'amore. Si potrebbe definire una poesia delle intime incursioni sul bianco dell'assenza, laddove la pagina è il campo dell'altrove in cui ritrovare le tracce della significanza. (...) Il mare tra le derive della mancanza e le risacche della consapevolezza, diventa il luogo in cui rifrangere i riverberi di un'esistenza consacrata a una autenticità amorosa che si fa interprete dell'intuizione piena senza indugi. Con il suo incessante movimento ora dolce e rasserenante, ora agitato e inquieto, l'acqua marina è l'elemento che rimescola gli echi di una distanza che è solo dimensionale, ma mai sentimentale." (Dalla postfazione di Valeria Di Felice)